Ho scoperto lo yoga in una sala affollata della Pure Gym, quella catena fitness che a Londra piace tanto perché costa poco. Quando uscii di lì dopo la prima lezione, mi sentivo leggera nel corpo e nello spirito. Ero nella capitale inglese per lavorare nella moda, facevo stage gratuiti nei giorni lavorativi e turni full time ogni weekend da Selfridges. Insomma, per me lo yoga era manna dal cielo. Ma è successo poi che rientrando in Italia e iniziando la mia carriera di giornalista freelance sono ritornata tra le braccia di questa disciplina millenaria. Mi sono affidata a una nuova scuola, Devayoga a Salerno, e ho iniziato un percorso spirituale – prima che fisico – che ha completamente stravolto (in positivo) il mio modo di vivere la vita. E non solo: lo yoga ha cambiato il mio approccio al modo di lavorare, quindi voglio spiegarvi come e perché.
Lo yoga mi rende più paziente
Chi non ha mai praticato hatha yoga o ashtanga yoga non sa che, il più delle volte, restare in una posizione – detta “asana” – per lungo tempo richiede molta pazienza. Inspirare, espirare. E molta, molta pazienza. C’è da ascoltare il proprio corpo, fermarsi per restare in contatto con sé stessi “qui e ora”. Questo modo di intendere la pratica, e di rimando la vita, mi aiuta molto anche nel lavoro e nel settore moda (frenetico, folle). Sono diventata più paziente nelle relazioni personali, più paziente nella gestione di compiti lavorativi che magari non mi vanno molto a genio. E volendo traslare anche il significato della parola pazienza, ho imparato a lasciar andare tutto ciò che non mi era destinato (faccio ancora fatica, in realtà, ma ci sto lavorando). Se proprio quel lavoro non doveva andare, che dire, pazienza!
Lo yoga sviluppa la mia concentrazione, anche quella sul lavoro
Restare in ascolto col proprio corpo e la propria mente durante la pratica yoga richiede una grande concentrazione. Non si può essere “qui e ora” solo durante il rilassamento finale perciò lo sforzo più grande che ho iniziato a fare sin da subito è stato calmare la mente, allontanare i pensieri, portare l’attenzione sul respiro e restare sempre più centrata su questo. Allo stesso modo, ho cercato di applicare quanto appreso sul tappetino anche quando gli impegni professionali mi richiamano alla mia vocazione: lavorare nella moda. Che si tratti della scrittura di un articolo giornalistico o del management di un evento, la concentrazione è tutto. Avete mai provato a trasformare l’ansia in concentrazione? Questo esercizio mi ha aiutato nelle sfide più grosse del mio percorso lavorativo.
Lo yoga mi insegna la gestione dello spazio
Dico sempre che c’è gente che per lavorare nella moda si concede qualsiasi forma di mecenatismo. Vedo persone instaurare contatti solo per fini lucrativi o egoistici, e mai per il piacere di conoscersi veramente. A volte, ecco, ho la sensazione che in questo folle folle mondo, la gente faccia di tutto per arrivare (ma poi dove?), anche se si tratta di dover fare la pipì fuori dal vasino (chiedo scusa per l’immagine idilliaca). Ad ogni modo, la premessa era d’obbligo: nello yoga non c’è spazio che occorra se non quello del proprio tappetino. Quello è il tuo campo d’azione, sarai tu a gestirlo e a capire come interagire con lo spazio intorno a te stesso. Magari, fosse sempre così anche nel mondo del lavoro. Ma ci si può provare no? 🙂
E voi praticate yoga? Avete riscontrato benefici sul lavoro? Lasciatemi un commento o scrivetemi privatamente a federica@fashioncollision.it
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