Non lo dico io, ma le statistiche: da qui a dieci anni, il lavoro sarà svolto anche principalmente da casa. Secondo digitaljournal.com, il futuro è freelance, specialmente nel mondo dello sviluppo digitale. All’inizio, quando ancora studiavo al Condé Nast College, non mi capacitavo di come molti esperti del settore moda riuscissero a conciliare rapporti professionali e carriera lavorando da casa o da qualsiasi posto volessero lavorare quel giorno. Ciò che non sapevo mi stesse aspettando, fuori la porta del college una volta specializzata in Fashion Media, era proprio un lavoro freelance. Avevo immaginato per me una vita da ufficio, dalle 9 del mattino alle 18 del pomeriggio dietro la scrivania di un’azienda di moda, una redazione o qualsiasi altra posizione potesse ispirarmi. Ma poi, mentre cercavo le risposte, la vita ha cambiato tutte le domande… e sono ritornata nella mia città meridionale, Salerno. Ho un lavoro che mi piace, mi stimola e mi soddisfa tanto (scrivo per elle.it, ehi!) e soprattutto non mi annoio mai. Com’è possibile?
A lavorare freelance mi ci sono ritrovata. E non è affatto male. Forse parlo così perché ho ancora (solo) 28 anni, perché il problema delle ferie non pagate mi sfiora ma non troppo e quello della precarietà lo combatto invece a suon di idee. Fatto sta che a lavorare freelance mi ci sono ritrovata. E ho scoperto che in questa dimensione di lavoro “da qualsiasi posto che non sia l’ufficio centrale” potrebbe esserci la galassia del futuro (perché una cosa è certa: nel futuro, internet continuerà a esserci. E finché ci sarà il Wi-Fi, continueranno a spuntare freelancer come funghi). Ma ora veniamo al dunque.
1. Sono padrona del mio tempo
Essere freelancer mi dà la possibilità di essere padrona del mio tempo. Certo, nel settore dell’editoria è necessario stare ai tempi frenetici delle news, che non aspettano nessuno (ma questo è un altro discorso, ovvero il brivido della notizia che solo chi è giornalista può capire). Nella mia esperienza lavorativa da Selfridges a Londra, riuscivo a stento a ritagliarmi il mio tempo per fare attività fisica. Chiedevo solo di riuscire ad andare in tempo alle lezioni di yoga, ma puntualmente ci riuscivo solo nei due giorni liberi a settimana e mai in quelli lavorativi. Ecco, da quando sono diventata una libera professionista ho imparato a gestire meglio il mio tempo che, paradossalmente, sembra essersi dilatato. Salerno non è Londra, certo. Le distanze si accorciano. Ma comunque riesco ad andare a yoga almeno tre volte a settimana.
2. Vado in ferie quando voglio, ergo viaggio di più
Lavorare freelance significa anche avere la libertà di scegliere per sé stesse le date delle proprie ferie. È un bel vantaggio, non scherziamo. Sicuramente le ferie vanno stabilite nel rispetto delle persone con cui si collabora, dando un preavviso e spiegando che si resterà fuori città da quella specifica data a quell’altra specifica data. È importante fare queste comunicazioni per questione di rispetto umano – prima che professionale – verso chi continua a scegliere te in qualità di freelancer piuttosto che un altro, e soprattutto per dare ai tuoi datori di lavoro la possibilità di organizzarsi. Insomma, sarà anche vero che siamo “padrone di noi stesse” ma le relazioni professionali sono fatte di diligenza e di piccole attenzioni come questa.
3. Lavoro su tanti progetti diversi e stimolanti
Ma chi ha detto che si debba essere libere professioniste in un solo settore? Nel mio caso, mi concedo il lusso della scelta. Sono giornalista freelance ma anche organizzatrice di eventi e Responsabile Comunicazione Moda di Italian Fashion Talent Awards. Insomma, non mi annoio mai. Faccio tante cose e, certo, la gestione del tempo resta una priorità essenziale per poter portare a termine tutti i lavori che mi vengono assegnati senza deludere le aspettative di chi me li commissiona. Ma la fantasia, almeno per me, non viene mai meno!
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