Campana e originaria di Sarno, Egy Cutolo è una stilista sicuramente fuori dal comune. Le sue creazioni destrutturano il concetto di normalità e si caricano di volta in volta di significati metaforici, che arrivano a toccare profondamente temi psico-sociali di grande attualità, dalla lotta contro la pedofilia alla rettificazione sessuale. Dopo essersi trasferita a Milano nel 2006, ha iniziato il suo cammino nel mondo della moda. Una laurea in Fashion Design all’Istituto Marangoni tante soddisfazioni, come la collaborazione presso l’ufficio stile Giorgio Sogari per la collezione Patrizia Pepe, gli uffici stile di Silvian Heach e NLAB e la partecipazione come finalista al concorso Fashion Incubator, indetto dalla Camera Nazionale della Moda di Milano. Infine, ha creato una sua linea di moda in collaborazione con la Rossoporpora Events di Roma. In questa intervista ci racconta un po’ di sé. Conosciamola!
Come e quando è nato il tuo interesse per la moda?
Fin da piccola mi è piaciuto creare. Grazie alle mie sorelle maggiori poi questa passione è aumentata: loro creavano da sole gonne, spille o fermagli e io me ne restavo a osservarle esterrefatta. Il mio mondo era il disegno, disegnavo sempre donne agghindate, ingioiellate. Nel 2002, dopo la maturità classica, mio padre mi diede la possibilità di frequentare un prestigioso istituto di moda a Milano: l’Istituto Marangoni.
Da cosa nascono le tue ispirazioni?
Di solito nascono da un mix di emozioni personali, siano esse di tristezza o di gioia. Prediligo i designer tormentati tipo Alexander McQueen che fin dalla mia formazione scolastica ho scelto come mentore di stile. Mi piace la donna che non passa inosservata e che ha un velo circense e nostalgico nell’anima.
Sulla base della tua esperienza, che consiglio daresti ai ragazzi che oggi si affacciano al tuo stesso mestiere?
Come consiglio posso dire solo di perseverare. Questo è un mondo molto complesso, non sempre si fa quello che si vorrebbe fare e molto spesso le porte chiuse fan sì che ci si arrenda. Questo non deve accadere. Se ha una passione nel cuore devi persistere e lottare, come in ogni cosa della vita.
Cosa ti affascina maggiormente del mondo della moda?
Mi affascina il poter vedere cose pensate, create e realizzate da me su persone che non conosco. Mi affascina l’adrenalina che nasce dal progettare il concetto di una collezione, così come l’ immensa emozione che mi dà uscire in passerella e vedere lo sguardo delle persone entusiaste per quello che hanno visto creato da me.
Quanto è importante la propria personalità nella creazione di una collezione?
E’ fondamentale, é proprio la personalità che hai a stipulare e caratterizzare lo stile che poi per sempre sarà la tua personale etichetta.
Nella tua ultima collezione hai presentato una donna “anticonvenzionale”. Cosa significa essere anticonvenzionali nella società odierna attraverso la moda?
Significa uscire dagli schemi, dai dogmi dei vari stereotipi con i quali siamo soliti scontrarci.
Dovremmo avere spina dorsale e non omologarci alla massa e questo è il mio punto forte, metto in scena sempre cose che con la contemporaneità e quotidianità centrano pochissimo. Tutti possono vestirsi bene e alla moda, ma oggi avere stile individuale e molto raro.