“Fashionism is the new ignorance”. E’ una frase che mi ha colpito molto. In negativo. Ma si sa, d’altronde, che le parole che terminano con il suffisso -ismo non hanno quasi mai un’accezione positiva.
Lo staff di Fasten Seat Belts ha realizzato questo video – che fondamentalmente finisce per proporsi come una piccola inchiesta – in cui sono stati intervistati bloggers, stylists e designers. E ciò che ne è venuto fuori è che, sì, l’ingnoranza è dilagante.
La giornalista ha posto delle domande sui trend spacciando per stilisti i nomi di poeti, sultani, giocatori di golf. E’ lecito non conoscere un poeta, così come è lecito non avere una cultura generale ampia. Ciò che non è lecito però è peccare di presunzione e non avere l’umiltà di dire “Non so chi sia” o “attualmente non ho presente chi sia la persona citata, ma…”
“Exactly”, che in italiano significa “Esattamente”, ha sostituito la capacità del saper dire “Non lo so”. Ormai tutti sono esperti, tutti si reputano guru della moda, tutti sanno tutto di tutto. Ma come è possibile tutto ciò? Dov’è l’errore?
Sicuramente le vie di comunicazione odierne – basti pensare al fenomeno fashion bloggers – ha influenzato molto tutto questo. E la colpa, spesso, è anche di quelle case di moda che scelgono sponsorizzazioni da bloggers che lavorano in modo “quantitativo” piuttosto che “qualitativo”. Così, la recensione viene richiesta al blogger che ha più followers e non al blogger che scrive un articolo di qualità ma che ha qualche follower in meno. La stessa dinamica si ripete con gli accessi e gli accrediti alle sfilate della settimana della moda. Se ricordate, infatti, esattamente un anno fa alcuni giornalisti hanno boicottato le sfilate della fashion week lì dove si sarebbero presentati i fashion bloggers.
Il problema alla fonte non è essere o non essere un blogger. Lo sono anche io su questo blog, ma al tempo stesso sono una giornalista regolarmente iscritta all’Ordine Nazionale. Il problema è dare contenuto a quanto si scrive. Un contenuto valido, che metta in luce non solo la propria cultura e la propria formazione professionale, ma anche la propria curiosità. La storia della moda si studia sui libri. La moda in sé si apprende leggendo riviste, analizzando editoriali, tenendo gli occhi sempre aperti anche in strada.
Attenzione allora nella scelta dei fashion bloggers da seguire. Affidatevi a quelli capaci, che offrono contenuti sempre validi e freschi, affidatevi ai bloggers che realizzano i loro outfit con passione ma anche con qualità e criterio.
Ma soprattutto, mi appello ai personaggi apparsi nel video: non abbiate paura di ammettere i limiti. Si può condurre e portare avanti un’ottima intervista anche ammettendo di non conoscere la persona menzionata. L’importante è supportare quanto si dichiara con validi esempi. Oltre ad avere umiltà.